Ai segretari di circolo
Agli amministratori locali
Al segretario provinciale, Roberto Cornelli
Al segretario regionale, Maurizio Martina
Occorre un atto di coraggio da Milano e dalla Lombardia, un forte segno di discontinuità con il passato e un segnale di innovazione politica al partito e verso l'opinione pubblica. Scegliere i candidati al Parlamento con le primarie significa tutto questo. Ecco perché chiediamo al nostro partito di assumere questa decisione, che dovrà essere poi discussa nelle direzioni regionale e provinciale, e chiediamo di assumerla in totale autonomia. Chiediamo che la Lombardia si faccia promotrice di un nuovo metodo di selezione dei rappresentanti dei territori a Roma, aprendo così la strada a un percorso di innovazione politica di cui siamo certi il nostro partito ha un forte bisogno.
Lo chiediamo appellandoci allo spirito delle posizioni assunte in più occasione da Bersani e da altri dirigenti. Un partito che appartiene ai suoi iscritti e ai suoi elettori, un partito nazionale organizzato su base federale, nel quale la voce dei territori deve potersi esprimere nella sua pienezza in tutti gli organismi nazionali, così recitavano le posizioni che stanno alla base dell'ultimo congresso.
Lo chiediamo perché riteniamo le primarie uno strumento fondamentale, capace di coinvolgere nella selezione delle candidature alle cariche elettive, soprattutto e innanzitutto nel caso in cui, come accade alle politiche con la legge elettorale in vigore (una legge iniqua che il nostro partito si sta adoperando per cambiare), nelle elezioni non sia presente il voto di preferenza.
Lo chiediamo ora perché riteniamo che il precipitare della crisi di governo lo imponga. A breve ci sarà un passaggio politico importante che potrebbe comportare l’avvicinarsi di una scadenza elettorale. La necessità è quella di fare ora una scelta rapida di chiarezza, di scegliere ora le regole di selezione interna al nostro partito, rispetto a quelle elezioni, per non trovarsi, come è già accaduto più volte, a non poterlo fare perché in emergenza. Se ci saranno elezioni saremo chiamati a fare scelte politiche e discussioni programmatiche che saranno decisive per il futuro del nostro partito e di tutto il centro sinistra. In quel momento non ci sarà più il tempo per occuparci della nostra democrazia interna, il sovrapporsi di questi due momenti porterebbe come unica conseguenza l’assunzione di decisioni emergenziali e affrettate, non certo utili a una campagna elettorale di per sé difficile, al servizio della quale andranno messe tutte le nostre forze.
Lo chiediamo ora perché riteniamo che sia necessario riallacciare al più presto un rapporto virtuoso con il nostro mondo. Il dato sull’affluenza alle primarie per le comunali milanesi dei nostri elettori, minore rispetto alle precedenti consultazioni, ha evidenziato che quel rapporto è in crisi. C’è una distanza sempre maggiore fra vertice e base del partito, una distanza che crediamo debba essere accorciata, con un segnale forte e deciso.
Quello che serve, e vogliamo dirlo con chiarezza, serve con urgenza è ricostruire un rapporto fra rappresentanti e rappresentati, che ricrei un circolo virtuoso, determinando rappresentanze reali e non presunte. I territori devono avere un rapporto diretto e fiduciario con i propri rappresentanti nelle istituzioni, in particolare con le rappresentanze parlamentari. Non devono vivere, come purtroppo troppe volte è accaduto in passato, grazie a una legge elettorale iniqua, gli eletti come espressione di defatiganti mediazioni o di scelte calate dall'alto. Non mettere mano a questi limiti negherebbe uno dei principi fondanti del nostro partito, quello della democrazia partecipativa, e verrebbe a mancare un passaggio politico-elettorale decisivo per il futuro del Paese e del nostro partito. Essere evasivi e dilazionare le scelte nuocerebbe alla necessità di una convinta mobilitazione del nostro elettorato e del nostro partito, indispensabili per sostenere la prossima difficile campagna elettorale.
Per questo chiediamo che il partito assuma un orientamento chiaro: che tutti i candidati al Parlamento, anche coloro che sono al primo mandato, debbano essere scelti attraverso le primarie, questo garantendo, come stabilisce lo Statuto, il 50 per cento della rappresentanza femminile, e che non possano contare su alcuna deroga coloro che hanno già accumulato due mandati negli organi legislativi (Parlamento nazionale ed europeo o consiglio regionale), come peraltro già previsto nello Statuto del Partito democratico lombardo per i consiglieri regionali.
Milano, 1 dicembre 2010
Primo Mauri, vice sindaco di Pregnana Milanese
Saimon Gaiotto, assessore comunale Pioltello e coordinatore zona Sud Est Pd metropolitano milanese
Giorgio Sfreddo, coordinatore della zona Adda Martesana Pd metropolitano milanese
Mario Barbaro, direzione provinciale Pd metropolitano milanese
Bruno Ceccarelli, consigliere provinciale Pd
Pietro Bussolati, coordinamento Circolo 02PD Milano
Barbara Bianco, Pd Segrate
Condivido pienamente la lettera di Civati.
RispondiEliminaNon è ben chiaro se le primarie che intendete sono aperte a tutti i cittadini o se sono riservate ai soli iscritti e simpatizzanti del PD. La cosa non è indifferente, soprattutto per il controllo dei "pacchetti" di voti sul quale ogni parlamentare sa di poter contare all'interno del PD. Se si allarga la platea dei votanti il "conto" diventa mooolto più difficile. E poi dovreste spicificare "come" si arriva alle primarie, sulla base di autocandidatura ?
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