lunedì 6 dicembre 2010

Migliorare non è rottamare

Le nostre risposte alle critiche sulle primarie per deputati e senatori

A circa una settimana dal lancio della proposta, dopo una valanga di adesioni di sindaci, coordinatori, consiglieri, semplici militanti, dopo qualche abbozzo di consenso imbarazzato, sono arrivate le critiche alla proposta di scegliere con primarie deputati e senatori.

La prima critica ci ricorda che i mali del Pd non si possono risolvere gridando alle primarie ma con politiche convincenti.

Questo è certamente vero.

Anche per questo motivo, consapevoli e preoccupati della gravità del momento per il bene del Partito, abbiamo avanzato una proposta di merito e di metodo sia evitando di usarla contro qualcuno sia rimandando alle sedi opportune le decisioni specifiche su come debbano svolgersi le primarie per scegliere i deputati e i senatori.

La proposta, d’altro canto, nasce dall’esigenza di rafforzare e non indebolire la dirigenza del nostro Partito: più gli eletti fanno riferimento al territorio e ne sono diretta emanazione più forza avranno nel portare avanti un’idea di partito condivisa e, soprattutto, le iniziative politiche che troppo spesso rimangono sulla carta e faticano a fare breccia nell’informazione e nel sentire comune.

Il nostro accorato appello ad un salto di qualità nella selezione della classe dirigente non ha nulla a che vedere con la rottamazione in senso stretto, ma pone invece l’esigenza di mettere al centro le idee e la politica, a prescindere dall’età anagrafica e dalle, comunque legittime, questioni generazionali.

La critica, inoltre, non risponde a due obiezioni di fondo che ci appaiono particolarmente forti nell’avvicinarsi della campagna elettorale forse più importante degli ultimi anni:
- se le gambe su cui camminano idee e proposte politiche sono scelte con la cooptazione, non si corre il rischio di dare poca dinamicità alle stesse e renderle poco credibili e dirompenti?
- senza un coinvolgimento di iscritti ed elettori è possibile selezionare candidate e candidati popolari, autorevoli e competenti che abbiano il coraggio di conquistare consensi e non siano in qualche modo ostacolati dal fatto di essere stati nominati?

Rispondere a queste domande ci porta a considerare come non rimandabile il rafforzamento della classe dirigente, rafforzamento che in un partito fortunatamente non leaderistico come il nostro non può che passare dal confronto con il consenso popolare.

Un’altra critica al nostro appello si può riassumere in questa frase: "meglio sarebbe cambiare la legge elettorale piuttosto che concentrarsi nel migliorare quella che c'è". Intuizione geniale che, sfortunatamente per chi l’ha posta, è proprio alla base del nostro appello. D’altro canto la nostra proposta nasce dalla constatazione che ad oggi non paiono immensi gli spazi per cambiare la legge, nonostante un lavoro egregio in tal senso del nostro Partito.

Non vogliamo un Partito Democratico notaio che organizza le primarie, vogliamo un Partito Democratico che sappia prendere una linea e portarla avanti con decisione e per questo, proprio per questo, ci vuole una classe dirigente forte ed autorevole, selezionata democraticamente mediante un confronto con l'elettorato e non dalla cooptazione continua.

Crescere, competere, premiare il merito, al di là dell’età e delle questioni generazionali che ci sono ma non sono tutto. Il nostro deve essere un Partito che sempre più ha a cuore gli interessi dei più deboli, la lotta contro la mafia, che desidera rilanciare l'economia con vere liberalizzazioni che spezzino l’immobilità sociale degli ultimi anni, che vuole rappresentare tutti i lavoratori e i loro diritti. Per farlo confrontarsi con i territori e riallacciare i fili spezzati del consenso non è un’opzione tra le altre ma l’unica reale possibilità per dare gambe ai programmi e corrispondere ai nostri compiti in questa fase difficile per il Paese.

Ora che la questione è stata messa in agenda occorre il coraggio dei vincenti, il coraggio che chiediamo a Cornelli, a Martina di prendere seriamente in considerazione questa proposta per rilanciare il Partito a partire da Milano.


Primo Mauri, vice sindaco di Pregnana Milanese
Saimon Gaiotto, assessore comunale Pioltello e coordinatore zona Sud Est Pd metropolitano milanese

Giorgio Sfreddo, coordinatore della zona Adda Martesana Pd metropolitano milanese

Mario Barbaro, direzione provinciale Pd metropolitano milanese
Bruno Ceccarelli, consigliere provinciale Pd
Pietro Bussolati, coordinamento circolo 02PD Milano
Barbara Bianco, Pd Segrate 

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